Grande Fratello VIP, le scuse di Clemente Russo in una lettera

di Redazione Commenta

Clemente Russo ha pagato a caro prezzo le sue battute di cattivo gusto nei confronti di Simona Ventura, pronunciate quando pensava di non essere ascoltato nella casa del Grande Fratello VIP.

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Il tutto è avvenuto durante una conversazione con Stefano Bettarini che, oltre a parlare dell’ex moglie, aveva fatto una lunga lista di donne dello spettacolo con cui l’aveva tradita. Uno spettacolo triste dall’inizio alla fine, che si è concluso con l’espulsione del pugile di Marcianise. Sorpreso prima e mortificato dopo, Clemente Russo ha provato a scusarsi, stupito del fatto che fosse intervenuto perfino il Ministro della Giustizia. Il Grande Fratello VIP ha preso un provvedimento così drastico per schierarsi apertamente contro la violenza sulle donne, a un giorno dall’espulsione arrivano le scuse di Russo anche tramite una lettera:

Prendo atto delle reazioni che ha suscitato la mia partecipazione al Grande Fratello Vip: considerati i toni e le modalità della mia uscita di scena non posso dirmi stupito dei contraccolpi, talvolta dolorosi come pugni sul ring. Proprio per questo, al termine della mia esperienza televisiva, desidero chiarire con profonda convinzione la mia posizione in ordine alla vicenda che mi vede coinvolto per alcune opinioni personali espresse in quella sede. In primo luogo intendo esprimere le mie scuse più sincere verso chiunque si sia sentito offeso o toccato nella propria sensibilità a causa delle mie parole: in particolare nei confronti del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, dell’Amministrazione Penitenziaria, di tutti i colleghi del Corpo di Polizia Penitenziaria e infine – ma non per ultime – delle nostre donne, forti e generose come poche. (…) Mi sento estremamente amareggiato per il fatto che la mia attuale posizione personale possa in qualche modo nuocere all’immagine della Polizia Penitenziaria. (…) Non avevo tenuto in giusto conto le conseguenze di innaturale asocialità nella quale si è inseriti durante la forzata convivenza nella “casa”, tanto da non riconoscermi ora nella voce che ha pronunciato le frasi “incriminate”. Io mi sento una persona profondamente diversa. Tutti mi conoscono come un atleta che ha fatto della lealtà sportiva il proprio stile di vita cercando di trasmetterla ai ragazzi che si affacciano nelle palestre per trovare una sana risposta alle loro esigenze di riscatto sociale. Sono un marito – e soprattutto un padre – che ama profondamente la propria famiglia e farebbe di tutto per difenderne l’integrità. Questi sono i valori dei quali mi sono sempre fatto portatore, in pubblico e nel privato: in questi mi riconosco e rinnego in questa sede ogni diversa concezione della vita.

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