Billy Ray Cyrus si scusa per il comportamento della figlia

di Redazione Commenta

Proprio ieri vi abbiamo parlato del video che ha fatto il giro del mondo e che riprendeva Miley Cyrus intenta a fumare un particolare tipo di salvia (ammesso che sia realmente salvia) da un bong, mentre rideva e scherzava a casa insieme ai suoi amici. Qualcuno le ha fatto un brutto scherzo, perché è riuscito ad avere il video e a farlo girare.

Ovviamente le polemiche sono arrivate subito. Miley Cyrus è praticamente cresciuta in tv con la serie “Hannah Montana” e i genitori di tutti i bambini innamorati di questo personaggio, pretendono anche che la ragazza abbia una certa condotta al di fuori del set.

Miley Cyrus però è cresciuta, da qualche settimana è anche maggiorenne e il suo cambiamento non può passare inosservato. Da bambina ingenua con la parrucca bionda, Miley si è trasformata in una donna che si muove in maniera fin troppo sensuale durante i suoi concerti. E, da adesso, che non si cura nemmeno della sua immagine.

Sappiamo bene che la Cyrus non sta attraversando un periodo d’oro a causa della separazione dei suoi genitori e proprio in seguito a questo nuovo piccolo scandalo, è stato il padre dell’attrice a parlare pubblicamente. I tempi cambiano e ormai si comunica via social network, così Billy Ray Cyrus si è scusato del comportamento della figlia, senza nascondere il suo disagio per l’accaduto.

Scusate ragazzi. Non ne avevo idea. Ho appena visto questa cosa per la prima volta. Sono così triste. In questo momento molte cose sono fuori dal mio controllo.

Adesso che il rapporto tra Miley e il padre sembra essere più freddo, sicuramente a Billy Ray sfuggiranno molti dettagli della vita della figlia, soprattutto perché lei ha una carriera più che avviata ed ha comprato una casa tutta per sé dove, eventualmente, potrà fumare tutta la salvia che vuole. Nonostante le svariate restrizioni e l’educazione impartitale, è stato proprio Billy Ray Cyrus a lanciare Miley nel mondo dello spettacolo, per la serie “Ho creato un mostro”.

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