Jimmy Kimmel è stato sospeso. E in qualsiasi modo venga osservata tale questione è palese che si tratti di un grave problema per la democrazia in America. La censura non è mai un buon affare.

Sospeso il programma di Jimmy Kimmel
Di recente negli Stati Uniti si è aperta una forte polemica che unisce spettacolo, politica, libertà di espressione e controllo mediatico. Innescata dalla morte di Charlie Kirk, attivista conservatore e da alcune reazioni pubbliche. La conseguenza più visibile è stata la sospensione a tempo indefinito del “Jimmy Kimmel Live!” da parte della rete ABC.
Il presentatore aveva criticato aspramente alcuni ambienti conservatori per aver tentato di politicizzare l’uccisione di Kirk. Osservazione legittima, visto che tale spiacevole evento sta creando importanti ferite alla democrazia americana. Sembra non esistere più il diritto di critica. Sostituito da una vera e propria censura.
Ricordiamo che Charlie Kirk è stato assassinato durante un evento pubblico all’università dello Utah. Le prime reazioni, oltre al dolore per la tragedia, sono state di condanna bipartisan della violenza. Il dibattito è poi si è diviso tra chi ha cercato di attribuire colpe ideologiche e chi ha denunciato il rischio che la morte venisse usata come strumento politico.
Nello specifico Jimmy Kimmel, nel suo monologo settimanale, ha attaccato quelle frange che, secondo lui, stavano cercando di “prendere punti politici” nei confronti del conservatorismo. Sottolineando che c’era chi ipocritamente si stava dissociando tra i MAGA dall’assassino. Il quale considerava Kirk troppo poco conservatore.
ABC, che fa parte del gruppo Disney, ha sospeso lo show in via indefinita dopo che grandi emittenti affiliate hanno dichiarato che non trasmetteranno più le puntate del programma. Definendo i commenti di Kimmel “offensivi e insensibili” in un momento di già alta tensione politica. Senza contare che il presidente della FCC (Federal Communications Commission), Brendan Carr, ha minacciato conseguenze regolatorie nei confronti di Disney e ABC.
Censura e “due pesi-due misure”

In una situazione come quella attuale appare evidente che a entrare in gioco sia esclusivamente la politica e non un approccio in grado di mantenere attiva la libertà di espressione. Negli Stati Uniti, purtroppo, attualmente la cosidetta “freedom of speech” sembra essere garantita solo in casi specifici.
Giusto qualche giorno fa il presentatore di Fox News Brian Kilmeade aveva suggerito che una “soluzione” al problema dei senzatetto potesse essere l’“iniezione letale involontaria”. Eppure né la FCC né altri hanno richiesto la sospensione del suo programma. È evidente che vi sia una situazione caratterizzata da “due pesi-due misure”.
Lo show di Jimmy Kimmel è sospeso, ma il dibattito resta aperto: fino a dove può spingersi la critica politica? Quali danni potrà causare la censura?