Vladimir Luxuria cambia nome

di Redazione Commenta

vladimir_luxuriaVladimir Luxuria diventerà donna a tutti gli effetti? Non possiamo ancora darlo per certo, ma intanto lei continua a parlare dell’eventualità, come a voler esorcizzare la paura dell’intervento, dell’anestesia, del dolore fisico

di non continuare a provare piace­re, ovvio a certe cose non vo­glio rinunciare.

Se deciderà di fare il grande passo, comunque, ha già pronto un nome tutto nuovo da far stampare sul documento di identità:

Luxy, ma forse no, mi dico­no che sembra una marca di detersivo. O Lux, o Vladi, c’è anche il femminile, e co­sì mantengo il nome d’arte.

Le hanno chiesto di fare della sua trasformazione un reality:

Stamattina mi hanno chiamato da una casa di pro­duzione, mi hanno offerto un bel po’ di soldi per seguirmi e riprendere tutta l’operazione. Gli ho detto un no che ancora risuona.

Luxuria ritiene che questa sia una cosa solo sua e poi

Non vor­rei che le mie dichiarazioni producessero un effetto imita­tivo. Già tante che si operano non sono convinte fino in fon­do. Alcune lo fanno per amo­re di un uomo. Altre per poter avere un lavoro normale, per affittare una casa, per votare, per poter andare alla posta senza dover ogni volta rivela­re la loro condizione. Per que­sto hanno bisogno di docu­menti con un nome femmini­le. E la legge 164 lo consente solo dopo le ‘rettifiche genita­li’. Ma un intervento così radi­cale va fatto con consapevo­lezza. Operarsi non è una ri­cetta per la felicità. Però può essere parte di un processo di maturazione, un modo di af­frontare i propri problemi con il mondo e fare pace con se stesse.

Lei da tempo ha fatto pace con se stessa e non rinnega il passato:

Anche se sceglierò di operarmi conti­nuerò a rivendicare con orgo­glio quello che sono stata. Non voglio essere come le ste­althy, le invisibili che cancella­no il passato, bruciano le foto, a volte cambiano Paese. Anzi, se in questa fase della mia vi­ta ho un messaggio non è per i trans, è per le donne biologi­che. Devono essere sempre or­gogliose della loro femminili­tà, anche provando a capire quali sacrifici si possono fare pur di conquistarla. Io lo so, ho 44 anni e ho avuto molto tempo per pensarci.

Ed è ora di passare dalle parole ai fatti.

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