Cucinotta: discriminata perché prorompente

di Redazione Commenta

maria-grazia-cucinottaQuaranta anni, mora, tipicamente mediterranea, un fisico strepitoso, l’incarnazione del modello di donna preferito da tre quarti dell’universo maschile. Stiamo esagerando?

Nulla è esagerato quando si parla di Maria Grazia Cucinotta, che proprio sul fisico ha costruito la prima parte di carriera. Poi è arrivato lo studio, l’esperienza, le offerte di lavoro sempre più numerose, specie da produttori e registi stranieri. In Italia invece l’attrice siciliana è stata sempre un po’ snobbata, proprio a causa di quel fisico troppo abbondante:

E’ vero e non ho mai capito perché… Non rispecchio il loro tipo di donna ideale, forse. E’ per questi pregiudizi del nostro cinema, tutt’altro che meritocratico, che lavoro di più all’estero. Dove mi amano per come sono, dalla Cina all’Argentina. Chi si ferma all’apparenza è uno stupido: impossibile cambiargli la testa. Tra l’altro, il nostro cinema è troppo politicizzato.

In compenso, il cinema nostrano l’ha scelta come madrina per il Festival di Venezia, su quel palcoscenico che la vide protagonista quindici anni fa, quando debuttò al fianco di Troisi nel film Il postino:

Ritornare a Venezia, il mio primo trampolino di lancio, è un grande onore. Si tratta d’un punto di arrivo e di partenza. Non finirò mai di ringraziare Marco Müller per avermi offerto questa occasione.

Maria Grazia gongola per l’opportunità che le viene concessa e ringrazia dalle pagine de Il giornale, in un’intervsita che tocca anche temi d’attualità, come quello che vede la Lega in prima linea sull’opportunità di usare il dialetto in diversi ambiti del vivere quotidiano:

Premesso che porterò la mia Sicilia a Venezia, che tributa diversi omaggi alla mia isola, a partire dal kolossal di Tornatore, l’unico a diffondere in senso positivo l’immagine di Trinacria nel mondo, credo si debba, innanzitutto, imparare a parlare l’italiano.

E ancora:

Da noi il vero problema è parlare tutti la stessa lingua. Io provengo da una famiglia umile e ricordo che a casa parlavamo in dialetto. Però il dialetto non ti porta da nessuna parte. Ancora oggi, in Sicilia, non molti conoscono l’italiano.

Lei lo conosce e lo ha portato in tutto il mondo, aiutata da un fisico prorompente che potrebbe anche fare a meno di inutili parole, checché ne dica il cinema italiano.

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