Irene Pivetti: Alberto sarà sempre mio marito

di Redazione Commenta

La Pivetti non mollerà facilmente l’osso. Cioè il marito. E così, dopo alcuni mesi dalla notizia della separazione ufficiale, il nuovo assessore a Reggio Calabria conferma di tenere ancora molto al marito.

Ricordate l’intera vicenda? Gennaio 2010: la bomba arriva nelle mani della stampa. La coppia Pivetti-Brambilla è in crisi. A decidere la separazione sarebbe stato Alberto, preso dal desiderio di cambiare pagina.

Febbraio 2010: La crisi pare irreversibile con tanto di primissime dichiarazioni del baby marito.

Non torno indietro. Confermo che c’è una crisi. Ma quando ci sono delle difficoltà in una coppia, non è solo per l’una o per l’altra. Come genitori continueremo a essere uniti, ora ognuno dovrà capire quale dovrà essere il suo percorso personale.

Marzo 2010: La coppia vive ormai da separata, ma i due cenano ancora insieme qualche volta. Lo confermava la Pivetti.

Stiamo cercando di attraversare in maniera civile questo momento. Siamo persone civili, mi auguro. La piscina al sabato pomeriggio con i figli, ad esempio, è un rito e Alberto desidera esserci, quindi c’è.

Aprile 2010: Lei pensa ancora a lui.

Nel mio matrimonio continuo a crederci. Quando mi chiedono se all’orizzonte c’è qualcuno dico: ‘Perché dovrebbe?’ Per me c’è solo lui. Quando ci siamo sposati siamo andati ospiti in un programma condotto da Frizzi che si chiamava Per tutta la vita. Un giornale disse che il titolo del programma era da ergastolani: fine pena mai. Ecco, a me va bene il fine pena mai. Il matrimonio per me è la scelta della vita. Non mi interessa quello che pensano gli altri, per me nel matrimonio non c’è game over. C’è solo il game on. Naturalmente lui è libero: non posso mettergli il guinzaglio e neanche vorrei.

Fin qui ci siete? Beh, fine agosto 2010: sulle pagine di Grazia, le nuove dichiarazioni di Irene.

Un matrimonio non finisce mai, soprattutto se viene consacrato davanti a Dio. Alberto sarà mio marito finché campo. Non è una scelta revocabile.

Chiaro, caro Brambilla?

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