Carlo Verdone parla della sua infanzia

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Carlo Verdone, alla vigilia dell’uscita del suo ultimo film, Posti in piedi in paradiso e della pubblicazione del libro, La casa sopra i portici, scritto in omaggio ai suoi genitori e all’appartamento sul Lungotevere, si lascia andare ai ricordi e parla della sua vita.Il regista, in un’intervista al settimanale Oggi, ricorda la sua famiglia d’origine:

Eravamo una famiglia molto unita. Mio padre era un intellettuale molto rigoroso nel lavoro ma spiritoso nella vita. Mia madre era una donna generosa e molto ospitale che ha fatto del nostro salotto un crocevia importante della cultura. A casa nostra sono passati intellettuali di grande autorevolezza nel campo del cinema, della muscia, dell’arte. È naturale che il ricordo di quella casa sia per me una bella carezza.

Verdone parla dell’ex moglie Gianna a cui ha affidato un capitolo del suo libro di ricordi:

Innanzitutto perché è mia moglie. Siamo separati ma non divorziati. Poi ci sono stati due fattori molto importanti: Gianna è stata accanto a mia madre gli ultimi giorni della sua malattia e lo stesso ha fatto con mio padre. Gianna, come hanno detto anche i miei fratelli fa parte di noi e della nostra famiglia. E poi è una donna seria, molto per bene. La stima, l’affetto e la riconoscenza che ho per lei non sono mai cambiati negli anni e, a un certo punto, mentre scrivevo il libro ho sentito che mi sarebbe piaciuto che che ci fosse anche una sua riflessione. Lei all’inizio era perplessa, quasi non voleva. Invece il giorno dopo ho ricevuto il capitolo che aveva scritto la notte stessa.

Carlo attualmente è single:

Non mi sono più innamorato. E del resto mi sono innamorato due volte nella mia vita: al liceo e poi di mia moglie. Ho incontrato donne a cui ho voluto bene, non voglio usare la parola amore perché oggi la si usa con troppa superficialità.

Il regista ricorda uno dei suoi scherzi più riusciti:

Nel libro ne racconto alcuni ma ne ho fatti talmente tanti… Mi piace ricordarne uno che andò a buon fine. Un mio compagno di scuola era perdutamente innamorato di una certa Paola, molto carina ma molto altezzosa. Siccome io sapevo imitare tutti, ma non solo la voce, anche la psiche, i discorsi, le parole, dissi a questo compagno: Quanto mi dai se faccio una telefonata struggente a Paola e ti faccio prendere appuntamento? Lui mi offrì tremila lire. Allora presi il registratore , perché lui , dopo, voleva sentire la telefonata e chiamai. Fui talmente convincente che il sabato dopo uscirono insieme e si fidanzarono. In pratica gliela portai sul vassoio d’argento. Lui fu così felice che oltre alle 3 mila lire mi vendette a metà prezzo il suo motorino Italjet.

Un ritratto a tutto tondo di uno dei registi italiani di maggiore successo.

Photo Credits | Getty Images

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