Antonello Venditti: mia madre mi voleva infelice

di Redazione 2

antonello-vendittiAntonello Venditti finisce per la terza volta in pochi giorni sulle pagine di gossip, un vero record per uno che solitamente tiene la propria vita privata al riparo dalla luce dei riflettori. Stavolta a far parlare è la sua autobiografia, L’importante è che tu sia infelice, appena uscito nelle migliori (ma anche nelle peggiori) librerie italiane.

Un titolo che sembra una iattura, ma che ha un significato ben preciso per il cantautore:

E’ una frase che mamma mi diceva ogni volta che pretendevo di fare di testa mia.

Una mamma che voleva il male del figlio? No, semplicemente una mamma possessiva oltre ogni ragionevole limite, tanto che

voleva rimanere l’unica donna della mia esistenza. Appena una love story si faceva importante, mi spediva lettere anonime e lasciava messaggi intimidatori sulla segreteria telefonica della malcapitata. Quando mi sposai con Simona Izzo la prese malissimo, ma era felice il giorno del divorzio.

Che il cielo ci liberi da una mamma di questo tipo, una che era capace di

Farmi crescere grasso come un maiale. Utilizzava i fornelli come mezzo di potere per tenermi stretto a sé. Più si accorgeva che volevo dimagrire per assumere un aspetto decente, più cucinava: arrivai a 94 chili.

E ancora:

La mamma riusciva sempre fino all’ultimo a toccare il mio ner­vo scoperto: mi voleva perden­te e fallito. Mi ha lasciato un baule che non ho ancora aper­to. E non credo che lo farò. Le è andata male: grazie a lei mi sono conquistato con fatica la mia libertà di uomo e di arti­sta.

Ma prima di conquistare la sua libertà di uomo ne ha avuti di momenti difficili, specie nel periodo del divorzio da Simona Izzo:

Il momento più brutto è rappresentato dal lungo soggiorno a Los Angeles per l’album ‘Buona domenica’ in cui avevo l’impressione che la mia vita si stesse sfasciando nel menefreghismo generale, mentre il mio rapporto con Si­mona Izzo si stava sgretolan­do. In quel disco feci come Pe­nelope, creavo e disfavo pur di non finirlo per non dover af­frontare poi la mia vita vera. Ar­rivò la resa dei conti, la separa­zione da Simona in cui tutto mi va contro e nasce la canzo­ne ‘Ci vorrebbe un amico’.

E l’amico arrivò:

Mi salvò Dalla che mi indicò una casa da comprare a Trastevere, la casa della mia nuova vita da separato. La stessa che acco­glie mio figlio Francesco che oggi sembra vivere la mia stessa situazione.

Che sia ricaduta su di lui la iattura della nonna?

Commenti (2)

  1. HO 53 ANNI E SOLO ORA MI ACCORGO DI QUANTO MIA MADRE HA SOTTRATTO ALLA MIA VITA DI RAGAZZA ,DONNA,MOGLIE E MADRE.PURTROPPO SO DIESSERE IN “BUONA” COMPAGNIA!!!!!!!!

  2. @ mariarita: Quanto pesano queste parole: SOLO ORA MI ACCORGO DI QUANTO MIA MADRE HA SOTTRATTO ALLA MIA VITA DI RAGAZZA ,DONNA,MOGLIE E MADRE…Sono una rgazza di 30 anni e leggendo questa tua affermazione mi ci ritrovo (anche se per un periodo più breve). Mia madre mi ostacola in maniera sottile, nel dire e non dire, nel tenermi il muso, nel demolire le mie iniziative, nel non voler capire la mia profonda solitudine ed il mio grosso desiderio di FAMIGLIA. Come mai te ne sei accorta solo ora? Ho paura Mariarita, voglio prendere in mano la mia vita, ma mi sento tanto fragile… Tu come hai fatto?

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