Morgan su Vanity Fair: “Lasciatemi essere padre”

di Redazione Commenta

Morgan sa di poter essere un buon papà. E allora, a un anno dall’inizio del periodo nero, ecco raccontarsi a Vanity Fair.

Sto facendo terapia, un percorso personale, dallo scorso aprile. Della disintossicazione non voglio parlarne nel dettaglio perché sto contestando e criticando i metodi di disassuefazione che mi propongono. Per me la cosa fondamentale è essere capace di affrontare la genitorialità prima di tutto. Quello che posso dire è che io dello sballo faccio volentieri a meno, sono a favore della lucidità.

Capitolo Anna Lou, la figlia. I consulenti del giudice chiamato a decidere sulla revoca della potestà parentale chiesta dall’ex Asia Argento. Ma Morgan fa sapere:

Non è una notizia, è normale, ovvio. Ci mancava pure che non fosse così: la revoca della potestà parentale si chiede per comprovati e gravissimi motivi, l’abuso sessuale, la violenza, l’omicidio. Adesso dico: basta dubbi su di me come padre. Ora che è stata fatta un po’ di luce e di chiarezza sul mio rapporto con la bambina e non si va più a dubitare della mia onorabilità, della mia buona fede e della mia bravura come padre, ora che vengo indicato come una persona positiva dagli esperti che mi hanno osservato con mia figlia, basta… Asia ammette davanti agli psicologi che c’è un bel rapporto tra me e Anna Lou, che per la bambina sono importante, che è una crescita per lei stare con me. Allora perché non ci si accorda?

E ancora, la lettera al presidente Napolitano.

Un gesto disperato. Non mi aspettavo certo che il presidente rispondesse o intervenisse. Ora vorrei quello che era stato pattuito in questi anni: il poter fare le visite a weekend alterni, essere presente nella vita della figlia con la naturalezza con cui posso andare a trovarla e può venire a trovarmi lei, le vacanze di Pasqua, di Natale e un mese d’estate. Non voglio strappare la bambina al suo fratellino nuovo, alla sua situazione familiare ricostruita, lo dico col cuore, perché mia figlia deve vivere in una casa bella… Quando una persona ha delle depressioni e dei momenti di tristezza come me, sono il primo a non voler coinvolgere una minore o far soffrire una persona che mi vuole bene ed è piccola e non ha gli strumenti per difendersi da questo. Ma voglio che venga rispettato il nostro diritto di poterci frequentare, soprattutto ora che anche i consulenti del giudice dicono che è interesse della bambina vedermi.

Un ultimo desiderio:

Riabbracciarla. Parlarle. Guardarla negli occhi e metterci a cantare.

In bocca al lupo.

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