Marrazzo aveva bisogno d’affetto (parola di trans)

di Redazione Commenta

natalieFinora avevamo sentito la sua “voce” solo attraverso i verbali delle testimoninze rilasciate davanti ai magistrati, ma una come lei non ha nulla da nascondere e decide di raccontarsi anche di fronte ai taccuini di Novella 2000, in un memoriale  estremamente interessante.

Lei è Natalie, una volta Jo­sé Alejandro Vidal Silva, il trans beccato con Marrazzo nell’appartamento di Via Gradoli, in un afoso pomeriggio di luglio. La storia parte da lì, ma il racconto di Natalie inizia dal primo incontro con Marrazzo in un negozio di scarpe. Poi di nuovo, a distanza di qualche giorno:

Pensava fossi una donna. Quando ci siamo rivi­sti, ha capito. Poi lui mi ha cercato su un sito di trans. E ha trovato il mio numero.

Parliamo dell’anno 2001, quando il giornalista metteva ancora la sua faccia nei programmi di Mamma Rai :

Al­l’epoca faceva Mi manda Rai­tre, il mercoledì. Ma io non lo conoscevo.

Seguirono poi ripetuti incontri, senza implicazioni sessuali, almeno all’inizio:

Fin dall’inizio mi ha detto che aveva già avu­to esperienza. E’ stato da subi­to un cliente diverso dagli al­tri. Veniva, mi pagava, poi parlava della sua vita, sen­za fare niente. Per qual­che mese, cinque sei volte do­po il primo appuntamento, abbiamo solo parlato.

Un consultorio gratuito, no? No, perché il dolce e sensibile Piero

aveva bisogno di affetto. Mi parlva del suo grande amore, una donna di spetta­colo di cui era perso, con cui aveva avuto una storia…

Poi ovviamente cominciarono anche i trastulli sessuali:

Usava una Smart bianca, mai l’auto blu. Io mi facevo trova­re fuori dal palazzo, salivo in auto e andavamo a casa sua, poco lontano. Quando arrivavo, mi offriva da bere un succo di frutta, per­ché non bevo alcolici e nean­che lui. Poi andavamo a letto, parlavamo, ci facevamo le coc­cole…

Tutto questo fino al momento in cui Marrazzo ha deciso di buttarsi in politica. Poi qualcosa cambiò:

Dopo l’elezione e il matrimonio per un anno non ci siamo visti. Voleva es­sere prudente.

Evidentemente un anno non è stato sufficiente… Ed ora il trans è seriamente preoccupato:

Non deve stare solo, non può reggere a tutto questo. Io ho paura che se mata , che si ammazzi.

Tranquilla Natalie, c’è la moglie a sostenerlo.

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