Le lacrime di Marrazzo: vi prego, aiutatemi!

di Redazione Commenta

piero_marrazzoSesso & Potere. E’ il titolo di un film che vedeva protagonisti due miti del cinema come Dustin Hoffman e Robert De Niro qualche anno fa, ma potrebbe essere anche l’esatta fotografia dell’Italia di oggi, consumata da scandali sessuali che non risparmiano né la destra né la sinistra.

Non avevamo ancora finito di commentare le imprese tra le lenzuola del nostro caro Premier (2.000 euro per cena più trastullo notturno con escort di alta classe) che ci siamo ritrovati nell’inciucio-Marrazzo, beccato in mutande (o forse nemmeno quelle) con un trans da 5.000 (?) euro a notte.

Ma questo lo sapevamo già, visto che sulla vicenda sono state scritte pagine e pagine di allegro gossip (e non solo). Quello che ci interessa in questa sede è la reazione dell’ex Governatore della Regione Lazio alla vista dei Carabinieri in quel triste giorno di inizio luglio. A parlare è proprio uno dei rappresentanti (ormai ex) dell’Arma, Carlo Tagliente, nel corso dell’interrogatorio successivo all’arresto:

Ci chiamò un confidente e ci disse che si stava svolgendo un festino con dei trans all’interno di un appartamento di Roma, via Gradoli. Ivi giunti, nella tarda mattinata – primo pomeriggio (ora di pranzo), bussammo alla porta dell’appartamento qualificandoci come carabinieri. Aprì un viados di pelle scura, moro di capelli. Noi entrammo e ci trovammo di fronte una persona di sesso maschile che riconoscemmo subito essere il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Alla vista di questa personalità ci trovammo in gravissimo imbarazzo anche perché indossava solo una maglia intima e le mutande per cui non sapemmo veramente cosa fare.

Beh, se erano imbarazzati loro, immaginiamo come deve essersi sentito il povero Marrazzo:

Lui ci pregò con gli occhi lucidi di non fare nulla perché ci diceva “io ho una mia dignità e la mia posizione… vi prego aiutatemi… saprò ricompensarvi, vi aiuterò nell’Arma”. Quindi ci disse che avrebbe potuto aiutarci se volessimo un trasferimento. Io purtroppo devo dirvi che ho una grave situazione familiare, perché ho un nipote di 5 anni in gravissime condizioni. La voglia quindi di cercare di rendermi utile alla mia famiglia mi ha fatto ritenere che veramente avrebbe potuto aiutarmi.

Si, infatti abbiamo visto come è finita la faccenda: il governatore non ha più nemmeno il coraggio di mettere il naso fuori dalla porta di casa ed il carabiniere (insieme ai colleghi-complici) dovrà aiutare la famiglia dalla cella di un carcere. Bel finale davvero!

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