Sanremo, perché funziona nonostante tutti

di Valentina Cervelli Commenta

Sanremo è una macchina che, da quando è guidata da Amadeus, funziona nonostante tutti. No, non è un errore ma il voler sottolineare come, a prescindere dal comportamento di chi sale sul palco, il Festival riesce comunque a vincere.

Sanremo amplificatore di messaggi

Abbiamo visto Blanco prendere a calci i fiori e devastare tutto. Abbiamo sentito in collegamento dalla nave Fedez cantarle come solo lui sa fare. Eh sì, ridendo su una questione come quella di Emanuela Orlandi ha avuto una vera caduta di stile. Ma ieri denunciando un bel po di cose si è quasi fatto perdonare. In fin dei conti nessuno è perfetto in tutti i casi.

E Sanremo ci riporta davanti a questo concetto costantemente, offrendo spazio a qualsiasi tipologia di comunicazione. La prima sera Roberto Benigni ci ha deliziato ed ha ammaliato col suo discorso sulla Costituzione. Parole che hanno aperto gli occhi e che hanno ovviamente reso polemico chi si trovava dalla parte sbagliata.

Il Festival di Sanremo non porterà mai l’intera popolazione d’accordo su tematiche e canzoni. Ma da quando ha condurlo c’è Amadeus è riuscito in un qualcosa che molto saltuariamente è stato ottenuto negli anni passati: ottenere l’attenzione di tutti.

Ed è proprio per questo che funziona nonostante tutti. Perché qualcuno si annoierà pure, ma non c’è nessuno che in fin dei conti non si senta rappresentato. Le canzoni in alcuni casi sono dei piccoli capolavori, altre cose già sentite o viste. Ma è anche questo il bello di Sanremo: darci quella certezza nell’incertezza totale.

Potrebbe essere migliore ma non ci dispiace

Potrebbe essere migliore? Si. Potrebbe durare di meno? Anche. Può rappresentare la casa di tutti? Senza dubbio. Perché alla fine la musica unisce ed è variegata. E non ci si può aspettare che ogni brano piaccia o sia nelle corde di chi ascolta. Ma è un modo per venire a contatto con realtà diverse e soprattutto è un megafono per quel che concerne quei messaggi che c’è bisogno di sentire.

Ed è facile criticare. E quello che sanno far tutti. Ciò che insegna il Sanremo di Amadeus però è qualcos’altro. Ovvero la capacità di riunire tante sfumature diverse facendole convivere sotto un cappello che sta pian piano cercando di liberarsi dal suo bigottismo. E che, nonostante tutto, è espressione del cittadino italiano.

Una persona media che difficilmente capisce perfettamente cosa sia giusto e cosa sia sbagliato ma che vive tutto con passione. Porsi davanti a un’istituzione come questa e contrastarla e la visione cieca di qualcuno che ancora non ha accettato davvero che come ricordava Benigni con l’articolo 21 della Costituzione ognuno ha diritto di opinione.

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