Maria Sharapova: non voglio posare per lo spot!

di Redazione Commenta

Roba da matti, neanche fossimo in dittatura! E’ mai possibile che una tennista famosa non possa scegliere se mostrarsi o no in un servizio fotografico? Ebbene in un mondo che dice di essere democratico, succede anche che qualcuno rischi una pesante multa perché si rifiuta di prestare la sua immagine ad uno spot promozionale.

Stiamo parlando della recente polemica tra Maria Sharapova, tennista tra le prime delle classifiche internazionali, e la Wta, l’associazione internazionale di tennis.

Motivo della querelle? La bella siberiana ha negato la sua presenza su un set, volto a promuovere il movimento del tennis femminile.


Ora Maria rischia una multa di 300 mila dollari a cui si aggiungerebbero i 400 che dovrebbe sborsare perché sul suo mini abito non compare il logo della Wta. Insomma guai a non finire proprio alla vigilia degli Internazionali d’Italia, appuntamento al quale la russa tiene in modo particolare, tanto da non concedersi distrazioni che possano disturbarne la concentrazione.

Ed il set fotografico, dopo 12 ore di volo, in arrivo da Los Angeles sarebbero per lei un impegno gravoso. Di qui la decisione di declinare l’invito e le minacce dell’associazione tennistica.

Ma lei non ci sta e attraverso il suo blog chiede aiuto ai fan, invitandoli ad esprimere un parere sul da farsi:

Dovrei semplicemente fare lo spot? O non farlo e prendere la multa? O ancora non farlo e fare causa alla Wta? O contattare le altre top player e provare a boicottare l’iniziativa?

Se siete suoi sostenitori potete esprimere la vostra opinione, tenendo conto che viviamo in democrazia e, al di là delle regole di ogni singolo sport, dovrebbe valere la libertà di scelta di ogni individuo.

E poi come lei fa giustamente notare

Pensate che la Nba chiederebbe ai suoi giocatori di partecipare a un servizio commerciale di 4-5 ore il giorno prima di una partita di play-off?. Voglio che la gente sappia che decido di protestare perché questa è una delle troppe operazioni che il Tour ha deciso sopra la testa delle atlete: non è un caso isolato e io non voglio più tacere.

E fa bene a farsi sentire. Un conto è chiedere ad un’atleta di promuovere un’iniziativa di divulgazione dello sport, un altro è costringerla, dietro la minaccia di pesanti sanzioni.

Forza Maria, siamo tutti con te, non mollare!

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